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Tesi di laurea sulla Serenissima

Alla pagina di Storia pubblicata in PDF una interessante Tesi di laurea dal titolo “LA REPUBBLICA DI VENEZIA – tra politica, religione e battaglie (XV-XVI secolo)”, di Stefano Danieli.

Introduzione
Nel XIV secolo la Repubblica di Venezia si afferma nello scenario italiano e mondiale,
consolidando il suo dominio in numerosi porti ed isole del Mediterraneo orientale,
creandosi così una forte economia. Allo stesso tempo allargò i suoi confini anche verso
l’entroterra veneto, grazie a patti di dedizione e vittorie militari. Venezia a fine 1400 è
al massimo della sua espansione territoriale.
La ricchezza della Serenissima era incalcolabile, tanto da far invidia alle maggiori
potenze europee.
Venezia poteva inoltre vantare di essere la capitale europea dell’arte, dove trovarono
luce artisti del calibro del Giorgione, del Tiziano e del Bellini. L’arte prometteva essere
uno dei maggiori articoli di esportazione per il commercio veneziano. Principalmente
era il vetro di Murano, il quale aveva raggiunto la massima espressione, ad essere
sinonimo dell’arte veneziana.
È quindi capibile la meraviglia che ci mostra il diarista Marin Sanudo, quando nella sua
cronaca del 1490 ci parla della ricchezza e della bellezza della sua patria,
dell’abbondanza degli alimenti, del buon mercato e del gran consumo che si faceva di
ogni bene. Per quanto da mangiare ci fosse a Venezia “com’è sera non ve n’è”, e questo
perché “tutti compera e vive da signori”.
Ed è proprio per tal magnificenza che il Veneto inizia a far paura ai potentati d’Europa,
i quali volevano far pagare le spese dell’ingrandimento territoriale della Serenissima in
Italia. Riemersero così le vecchie accuse: Venezia mirava a una monarchia italiana e
universale, volendo così far rivivere l’impero romano e impossessandosi della sua
gloria.
Quello stato così ricco e disposto a tutto per difendere la propria indipendenza, non era
ben accetto nel nuovo ordine europeo, era un elemento di disturbo che bisognava
eliminare, ma Venezia si dimostrò un osso troppo duro da rodere.

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