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Oggi 26 settembre è la Giornata europea delle lingue!

Su iniziativa del Consiglio d’Europa, Strasburgo, la Giornata Europea delle Lingue è stata celebrata il 26 settembre di ogni anno a partire dal 2001.

Gli obiettivi generali della Giornata Europea delle Lingue sono: 

  1. Informare il pubblico sull’importanza dell’apprendimento delle lingue e diversificando la gamma di lingue imparate con l’obiettivo di incrementare il plurilinguismo e la comprensione interculturale;
  2. Promuovere le ricche diversità linguistiche e culturali dell’Europa, che devono essere preservate e favorite;
  3. Incoraggiare l’apprendimento delle lingue durante tutto l’arco della vita dentro e fuori la scuola per motivi distudio, per esigenze professionali, ai fini della mobilità o per piacere personale e di scambi.

A cosa serve la Giornata Europea delle Lingue?

Il consiglio d’Europa si augura che questa giornata verrà celebrata sia dalle autorità degli stati membri sia dai potenziali partner  ai seguenti livelli:

  • fra i responsabili politici (misure specificheo le discussioni su questioni di politica linguistica, per esempio);
  • tra il pubblico in generale (disensibilizzare sugli obiettivi generali del giorno, tra cui l’importanza dell’apprendimento delle lingue durante tutto l’arco della vita, a partire da qualsiasi età, in istituti scolastici, sul lavoro, etc);
  • nel settore del volontariato (azioni specifiche da e / o per le ONG, associazioni, aziende, ecc.)

La celebrazione delle diversità linguistiche

La condizione umana
Sul nostro pianeta ci sono 7 miliardi di persone che parlano tra 6 000 e 7 000 lingue diverse. Alcune lingue sono parlate da centinaia di milioni di persone, come l’inglese o il cinese, ma la maggior parte sono parlate solo da poche migliaia, o anche solo da una manciata di persone. In effetti, il 96% delle lingue del mondo sono parlate solo dal 4% della popolazione. Gli europei spesso credono che il loro continente abbia un numero eccezionale di lingue, soprattutto se paragonato al Nord America o all’Australia. Ancora, solo il 3% del totale mondiale, circa 225 lingue sono nate in Europa. La maggior parte delle lingue del mondo sono parlate in una vasta area ai lati dell’equatore – nel sud-est asiatico, India, Africa e Sud America. Molti europei potrebbero pensare che, il fatto di parlare una sola lingua sia la norma, ma possiamo dire che la metà o i due terzi della popolazione mondiale sia, in un certo modo, bilingue, e un numero significativo è ‘plurilingue’. I plurilinguismo è molti più diffuso rispetto al monolinguismo. La diversità delle lingue e delle culture, come nel caso della biodiversità, viene sempre più vista come una cosa buona e bella di per sé. Ogni lingua ha il suo modo di vedere il mondo ed è il prodotto della propria particolare storia. Tutte le lingue hanno la loro identità individuale ed il loro valore, e tutte vanno ugualmente bene per esprimersi. Confrontando le percentuali di bambini che imparano a parlare, sappiamo che nessuna lingua è intrinsecamente più difficile di qualsiasi altra lingua.

La struttura del linguaggio
La Lingua è un sistema arbitrario di suoni e simboli che viene utilizzata per molti scopi da un gruppo di persone, principalmente per comunicare tra loro, per esprimere l’identità culturale, per trasmettere relazioni sociali, e per fornire una fonte di piacere (per esempio, in letteratura). Le lingue differiscono l’una dall’altra nei suoni, grammatica, vocabolario, e modelli del discorso. Ma tutte le lingue sono realtà altamente complesse. I suoni all’interno delle lingue sono divisi in vocali e consonanti e variano molto di numero: si va da meno di una dozzina a più di un centinaio. A riguardo le lingue europee si collocano più o meno a metà strada: vanno dai 25 suoni (della lingua spagnola) fino ai 60 (della lingua irlandese). Gli alfabeti riflettono questi suoni con diversi gradi di precisione: alcuni alfabeti (es. gaelico) sono molto regolati nel modo in cui simboleggiano i suoni, altri (ad esempio l’inglese) sono molto irregolari. Per quanto riguarda la grammatica, ogni lingua comprende migliaia di segni diversi per formare le parole e costruire le frasi. Ogni lingua ha un vocabolario enorme a disposizione per soddisfare le esigenze dei suoi utenti – nel caso delle lingue europee, in cui il vocabolario scientifico e tecnico è enorme, si può raggiungere centinaia di migliaia di parole e frasi. Gli individui conoscono ed utilizzano solo una parte del vocabolario totale di una lingua. Le persone con una buona educazione, possiedono un vocabolario attivo che può raggiungere circa 50.000 parole, mentre il vocabolario passivo, formato dalle parole che si sanno ma non si usano è un po’ più vasto. Nelle conversazioni quotidiane, le persone spesso usano solo poche parole, ma con grande frequenza. È stato valutato che un ragazzo di 21 anni può già pronunciare circa 50 milioni di parole. Le lingue e le culture vigenti stanno cambiando continuamente. Le persone si influenzano l’un l’altra nel modo di parlare e scrivere. I nuovi media, come Internet, offrono alle lingue nuove opportunità di crescita. Le lingue sono sempre in contatto l’una con l’altra, e si influenzano in molti modi, soprattutto prestandosi le parole. L’inglese, per esempio, ha preso in prestito durante i secoli parole da più di 350 lingue, e le lingue europee stanno prendendo in prestito molte parole dall’inglese.

L’apprendimento delle lingue
L’apprendimento della propria lingua madre avviene nei primi cinque anni di vita, anche se alcune caratteristiche della lingua (come l’acquisizione del vocabolario) continua per sempre. La lingua si sviluppa attraverso diverse fasi. Durante il primo anno il bambino emette una vasta gamma di vocalizzazioni, da cui risultano il ritmo e l’intonazione, ed anche le vocali e le consonanti. Più o meno dopo un anno pronuncia le prime parole comprensibili. Durante il secondo anno inizia la fase della combinazione di due o tre parole, per arrivare lentamente a tre o quattro. I bambini di tre anni utilizzano frasi sempre più lunghe e complesse. A 18 mesi il vocabolario cresce fino a circa 50 parole attive per poi arrivare ad un migliaio a cinque anni. Per lingua madre, s’intende solitamente la prima lingua appresa da un individuo, detta anche lingua primaria. Questa è la lingua che si conosce meglio, la lingua che si usa maggiormente o la lingua con cui ci si identifica di più. Nel caso di persone bilingui, spesso, l’apprendimento delle due lingue è avvenuto simultaneamente ed è impossibile scegliere quale sia la prima o la seconda lingua. Per molti bilingui la distinzione è più chiara visto che l’apprendimento della seconda o terza lingua è avvenuto a scuola o più avanti. Non c’è nessun limite di età perché una lingua sia impossibile da imparare. Il bilinguismo è un fenomeno complesso: un mito comune è che una persona bilingue abbia sviluppato la conoscenza di entrambe le lingue allo stesso modo. In realtà, le persone che parlano due lingue raramente mostrano un equilibrio tra le due. Un altro mito è che i bilingui abbiano tutti le stesse capacità. In realtà, mostrano diversi tipi di bilinguismo: alcuni sembrano di madrelingua in entrambe le lingue, altri hanno un forte accento straniero per una delle due. Qualcuno è in grado di leggere bene in entrambe le lingue, mentre altri possono farlo solo con una. Alcuni preferiscono scrivere in una lingua, ma possono parlare solo con l’altra. Il bilinguismo porta vari tipi di benefici. Essere bilingue può aumentare le vostre probabilità d’ imparare successivamente altre lingue. In qualche modo, l’apprendimento di una terza lingua è facilitato dalla formazione di una seconda. I bilingui possono avere alcuni vantaggi nel modo di pensare: è evidente che fanno progressi più veloci rispetto a coloro che parlano una sola lingua e in molte occasioni sono più creativi. I bilingui hanno il grande vantaggio di poter comunicare con una più ampia varietà di persone. Poiché i bilingui hanno la possibilità di sperimentare due o più culture in un modo intimo, la loro capacità può portare ad una maggiore sensibilità nella comunicazione e la disponibilità a diminuire le barriere culturali e di costruire ponti culturali. Ci possono essere anche risvolti importanti: i bilingui, possono avere un potenziale vantaggio economico perché hanno maggiori opportunità di lavoro. Inoltre è sempre più evidente che le aziende multilingui abbiano un vantaggio competitivo rispetto a quelle monolingui.

Le famiglie delle lingue
Le lingue sono imparentate come i membri di una famiglia. La maggior parte delle lingue Europee possono essere raggruppate, a causa delle origini comuni, in un unico gruppo: la grande famiglia linguistica Indo – Europea. Le famiglie in Europa che contano più lingue-membro e che sono più parlate sono le lingue germaniche, le lingue romanze e le lingue slave. La famiglia linguistica germanica ha un ramo nordico al quale appartengono il danese, il norvegese, lo svedese, l’islandese e il faroese; un ramo occidentale al quale appartengono il tedesco, l’olandese, il frisone, l’inglese e lo yiddish. La famiglia delle lingue romanze ha come membri il rumeno, l’italiano, il corsico, lo spagnolo, il portoghese, il catalano, l’occitano, il francese, il romancio, il ladino e il sardo. Alla famiglia delle lingue slave appartengono lingue come il russo, l’ucraino, il bielorusso, il polacco, il sorbian, il ceco, lo slovacco, lo sloveno, il serbo, il croato, il macedone e il bulgaro. Tra la famiglia celtica ci sono l’irlandese, il gaelico scozzese, il gallese e il bretone, con il ritorno di movimenti per il Cornish e Manx. Alla famiglia Baltica appartengono il lettone e il lituano. Famiglie separate solo con un membro sono il greco, l’albanese e l’ armeno. Il basco è un caso eccezionale, perché non appartiene alla famiglia Indo – Europea e le sue origini sono sconosciute. Anche altre famiglie linguistiche hanno membri in Europa. A nord incontriamo le lingue uraliche: il finlandese, l’estone, l’ungherese, alcune lingue Lapponi, e altre lingue della parte settentrionale della Federazione Russa non molto conosciute come Ingriano o Kareliano. Nel sud-est incontriamo rappresentanti delle lingue Altaiche, in particolare il turco e l’azero. Le lingue della famiglia caucasica si parlano in una piccola e compatta zona tra il Mar Nero e il Mar Caspio, e comprende circa 40 membri, tra loro il georgiano e Abkhaza. La famiglia afro – asiatica include il maltese, l’ebraico e il berbero. Tutte queste lingue usano un piccolo numero di caratteri alfabetici. La maggior parte delle lingue usa l’alfabeto romano (o latino). Il russo e alcune altre lingue slave usano il cirillico. Il greco, lo yiddish, l’armeno e il georgiano hanno il loro proprio alfabeto. Lingue non – europee che si usano molto nella regione di Europa sono l’arabo, il cinese e l’hindi, ognuna con il suo sistema di scrittura.

Le lingue dell’ Europa
Le stime variano, però ci sono circa di 225 lingue indigene parlate. Le cinque lingue che si parlano di più in Europa, secondo il numero dei persone di madre lingua, sono il russo, il tedesco, l’inglese, il francese e l’italiano. Però la maggior parte dei paesi europei usano anche altre lingue. Le eccezioni sono paesi piccoli come il Liechtenstein e lo stato del Vaticano, però anche in queste eccezioni si possono trovare lingue straniere in un uso significativo. I 49 paesi membri della convenzione Europea Culturale hanno 41 lingue ufficiali o nazionali e molti di accordi speciali con altre lingue. Molti paesi hanno un buon numero di lingue parlate, minoritarie o regionali. La Federazione Russa ha il numero più alto di lingue che si parlate nel suo territorio, il numero varia tra 130 e 200, dipende dei criteri. Alcune lingue regionali e minoritarie hanno acquisito uno status ufficiale, per esempio, il basco, il catalano e il galiziano presenti nelle regioni della Spagna. Il gallese, nel Regno Unito, ha acquisito i diritti della protezione delle lingue, come anche il frisone nei paesi bassi e le lingue Lapponi in Norvegia, Svezia e Finlandia. A causa dell’ afflusso di immigrati provenienti da tutto il mondo, l’Europa è diventata sempre più multilingue. Londra per esempio ha più di 300 lingue che si usano come lingua parlata in famiglia. La maggioranza delle altre grandi città, in particolare in Est Europa, hanno 100 – 200 lingue che si parlano a scuola come madre lingue. Le lingue più comuni sono l’arabo, il berbero turco, il curdo, l’ hindi, il punjabi e il cinese. Comunque, molte di queste lingue sono parlate da piccole minorità, e il loro futuro è sotto minaccia. Ogni giorno, in un modo informale, l’interazione orale tra i parenti e i bambini è cruciale per la sopravvivenza delle lingue. Esperti hanno stimato che durante questo secolo almeno la metà delle lingue del mondo, e forse di più, moriranno. Tutte le tracce di una lingua possono sparire nell’arco di due generazioni quando i bambini non crescono a contatto con essa. Le ragioni per lasciare una lingua sono molteplici, e includono la distruzione fisica (crisi ambientale e malattie) di un comune habitat, oppure antagonismo attivo di gruppi politici e, la ragione più comune, la dominazione economica e culturale delle lingue più forti e prestigiose. Qualsiasi sia la ragione, il risultato e lo stesso: l’umanità perde una risorsa unica. Grazie al lavoro del Consiglio di Europa, due strumenti internazionali e importanti sono stati creati nel 1998. La Carta Europea per le Minorità Nazionali o Regionali è attiva in 22 stati membri. La convenzione quadro per le lingue minoritarie o regionali che include alcune disposizioni per le lingue minoritarie, è attiva in 39 stati membri. Questi trattati sono importanti per proteggere e promuovere la ricchezza linguistica di Europa. (*ratifiche nel 2007). Al principio del 21° secolo tutti i cittadini europei vivono in un ambiente multilingue. Quotidianamente i cittadini si imbattono in lingue differenti, per esempio in autobus o in treno, in TV, radio o sui giornali oppure leggendo gli ingredienti di un prodotto al supermercato. C’è la necessità di aumentare la conoscenza popolare e la comprensione della diversità linguistica in Europa, e anche i fattori che influenzano il loro mantenimento e la loro crescita. C’è la necessità di generare un interesse più grande e anche curiosità sulle lingue. C’è la necessità di aumentare la tolleranza linguistica tra le nazioni. Questi erano solo alcuni degli scopi della Giornata Europea delle Lingue inaugurata nel 2001 dal Consiglio europeo e dall’Unione Europea. Alla vigilia dell’ evento conclusivo, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deciso di continuare a celebrare la Giornata Europea delle Lingue ogni 26 settembre, con scopi similari.

Per ulteriori informazioni: http://edl.ecml.at/Home/tabid/1455/language/it-IT/Default.aspx


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