Il Veneto oggi

Successivamente, le due guerre mondiali trasformarono la terra veneta in un campo di battaglia, con la distruzione di intere città. Dopo la seconda guerra mondiale, la nuova costituzione repubblicana sancì l’allontanamento del re d’Italia e, nel 1970, si formò la Regione del Veneto come forma di autogoverno, ridotta però a dimensioni minime, privata del Friuli, della Venezia Giulia, e delle genti venete del trentino che sarebbe stato logico accorporare in una macroregione per motivi storici, di cultura uniforme e di lingua (tranne che per il Friuli).

Grazie alla loro proverbiale dedizione al lavoro e al senso di sacrificio che da sempre li caratterizza, i Veneti hanno potuto rimettere in piedi da quel momento la propria economia, tanto da creare un vero e proprio modello industriale e di sviluppo: nasceva così il “fenomeno Nordest”, da molti chiamato anche “la locomotiva d’Italia”.

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Ma la prima fonte economica per il Veneto è senza dubbio il turismo: è la prima regione italiana per flussi turistici.
Fa gli altri primati, i veneti sono primi o ai primissimi posti per solidarietà, per donazione organi e sangue, per riciclo delle immondizie, per accoglienza verso gli stranieri.
L’agricoltura in parte ha perduto l’abbondanza del passato, ma può sempre contare sulla fertilità della pianura veneta.

Il Veneto di oggi si presenta, insomma, come una terra che nutre promesse di rinascita, confidando nella sua enorme energia creativa, nei suoi talenti e nella sua laboriosità, nella valorizzazione sempre più forte della sua cultura e nell’autodeterminazione del suo popolo.


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