Il veneto è espressione di una Nazione

[…] leggo nel Gazzettino di sabato 31 maggio l’intervento del senatore Maurizio Castro relativo al dibattito sulla lingua veneta e sull’insegnamento della stessa.
Devo dire che, mentre nel passato ho apprezzato alcune lucide analisi economiche del senatore, questa volta le sue tesi mi lasciano alquanto… perplesso.

Egregio Direttore,
leggo nel Gazzettino di sabato 31 maggio l’intervento del senatore Maurizio Castro relativo al dibattito sulla lingua veneta e sull’insegnamento della stessa.
Devo dire che, mentre nel passato ho apprezzato alcune lucide analisi economiche del senatore, questa volta le sue tesi mi lasciano alquanto… perplesso.

Vediamo schematicamente alcuni passaggi:

1) il senatore sottolinea la “falsificazione mitografica di un passato mai esistito (quale la Padania o la celticità del Nord-Italia)” da parte della Lega: condivido. Ma qui stiamo parlando di Veneto, di storia, di lingua e di identità veneta, di un popolo che dal 1.200 a.C. ha plasmato questa terra dandogli il proprio nome.
Il Veneto è, a tutti gli effetti, una nazione storica d’Europa, come la Bretagna, la Baviera, la Catalunya ecc. e come tale va considerata;
2) passa poi a definire la lingua italiana “patrimonio identitario della Nazione, come tale romana e cattolica”. L’Italia è uno stato, non una nazione, e all’interno di questo stato convivono vari popoli, dal veneto al sardo, dal tirolese al ligure. Il tentativo di ridurre tutto questo straordinario patrimonio di culture e di identità a “un popolo, una storia, una lingua” che ha avuto la sua massima espressione nel ventennio fascista ha provocato guasti inenarrabili. In particolare come Veneti, abbiamo avuto la nostra storia, una repubblica indipendente per 1.100 anni che, come scrisse Montanelli fu “una civiltà non italiana (quale la Serenissima mai fu né mai si sentì), ma europea e cristiana”.
3) Il senatore chiude l’intervento auspicando la “riscrittura ufficiale della Nazione nel 2011 in occasione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia”. Benissimo, ma si tenga presente che il Veneto entrò a far parte del Regno d’Italia nell’ottobre del 1866, dopo un plebiscito-truffa. Cosa abbiamo da festeggiare noi Veneti nel 2011?
4) E’ sbagliato e ingiusto ricondurre alla sola Lega Nord l’impegno di tante venete e veneti per la difesa e la valorizzazione della lingua veneta; un impegno che parte dalla fine degli anni settanta con la nascita della “Società Filologica Veneta” e che continua fino ai nostri giorni attraverso un arcipelago di movimenti e associazioni solo in minima parte riconducibili alla Lega; anzi per diverso tempo il gruppo dirigente leghista, Umberto Bossi in testa, ha contrastato l’uso della lingua veneta, così come della bandiera veneta in quanto ostacoli all’affermazione di una identità “padana”.
5) Chiudo citando quanto scriveva, oltre trent’anni fa, il Consiglio d’Europa nel preambolo della “Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie”, ove si afferma il “il diritto delle popolazioni ad esprimersi nelle loro lingue regionali o minoritarie nell’ambito della loro vita privata e sociale costituisce un diritto imprescrittibile” e più avanti “la difesa e il rafforzamento delle lingue regionali o minoritarie nei vari paesi e nelle varie regioni d’Europa, lungi dal costituire un ostacolo alle lingue nazionali, rappresentano un contributo importante all’edificazione di un’Europa basata sui principi di democrazia e di diversità culturale”.

Ettore Beggiato

Studioso e ricercatore


Condividi su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *