“Ła storia de Joanìn sensa paura”, un libro veneto… scritto in veneto!

Merita sicuramente una menzione il libro scritto da Erik Umberto Pretto “Ła storia de Joanìn sensa paura – Memorie de un Alpin de ła Seconda Guera Mondiałe”, non solo perché narra le vicende del nonno ‘Joanìn’ e, di riflesso, del mondo Veneto di allora, ma anche perché è scritto interamente il lingua veneta.

Un’impresa sicuramente non facile, nata dopo un’attenta analisi e studi da parte dell’autore sulla lingua e grammatica veneta. Come egli stesso spiega infatti “prima di scrivere il testo è stato eseguito un attento, rigoroso ed approfondito studio della grammatica veneta, per il quale è stato necessario analizzare diversi volumi.

Tale ricerca ha impiegato molto tempo, ma si è rivelata indispensabile al fine di scrivere un libro che possa essere letto e compreso in tutte le aree linguistiche della nostra Regione. In particolare, le regole grammaticali alle quali mi sono ispirato maggiormente sono quelle contenute nella seguente bibliografia:

– S. Belloni, Grammatica veneta, Esedra editrice, Padova 2009

– M. Brunelli, Manuàl Gramaticałe Xenerałe de ła Łéngua Vèneta e łe só varianti

– Giunta regionale del Veneto, Manuale Grafia Veneta Unitaria, La Galiverna editrice, Venezia 1995

http://www.linguaveneta.it

Inoltre, per facilitare la lettura a coloro che non hanno molta dimestichezza con il vernacolo, a fondo pagina sono state inserite delle note nelle quali è riportata la traduzione italiana dei termini locali oppure arcaici usati all’interno del testo”.

Riportiamo di seguito alcuni antecipazioni sulla trama e la storia narrata, riportate all’interno del sito www.joaninsensapaura.com , nel quale potete trovare anche i riferimenti per acquistare il libro, accedere alla pagina facebook ed altre interessanti curiosità.

Il libro raccoglie la testimonianza storica di Natale Turcato detto Giovanni (nato a Marano Vicentino il 17/12/1919), il quale fu Alpino dell’Esercito Italiano durante il Secondo Conflitto Mondiale e successivamente internato militare nei Lager nazisti.

L’opera è nata per volontà di un nipote di Natale, il quale ha iniziato, qualche anno fa, a raccogliere il più fedelmente possibile i ricordi del nonno nel timore che il tempo li disperdesse per sempre. Tali racconti, colti inizialmente in ordine sparso e successivamente riordinati cronologicamente, sono stati trascritti in lingua veneta così come l’autore ha avuto la fortuna di ascoltarli.

Ne è nato un racconto scorrevole, piacevole alla lettura, arricchito da svariate fotografie e da alcuni preziosi documenti d’epoca.

Il libro è organizzato in una serie di brevi capitoli consecutivi, autonomi fra loro, in ognuno dei quali viene trattato un episodio della vita del protagonista. Questa scelta narrativa rende il racconto assai gradevole, e permette eventualmente al lettore di scorrere l’intero volume per soffermarsi soltanto sui paragrafi ritenuti più interessanti.

Segnalato dalla Giuria del concorso letterario “De Cia” 2011 sulla letteratura di montagna e vincitore del 3° premio al concorso letterario internazionale “Mario Donadoni” 2012 per la prosa in lingua veneta, successivamente il testo è stato utilizzato per la produzione dell’omonimo reading a cura della compagnia teatrale professionista Ensemble Vicenza Teatro.

Il racconto narrato inizia con alcuni episodi relativi alla vita di ragazzo del protagonista – Joanìn – ambientati nella campagna vicentina.

Si affronta quindi l’esperienza della guerra. All’età di 19 anni, Natale Turcato viene chiamato alle armi e destinato al Gruppo Artiglieria Alpina “Val Isonzo” di stanza a Gorizia, facente parte della Divisione “Julia”. Dopo un breve addestramento militare, Natale verrà inviato al fronte Greco- Albanese, creatosi con l’inizio della Campagna Italiana di Grecia. Sarà poi trasferito in Montenegro, per contrastare le rivolte ad opera dei partigiani titini avversi all’occupazione Italo-Tedesca della Iugoslavia.

Tornato in Grecia, più precisamente nella regione dell’Epiro, cadrà prigioniero dei Tedeschi in seguito all’Armistizio dell’8 settembre 1943. Deportato quindi in Germania per essersi rifiutato di arruolarsi nelle truppe della nascente Repubblica Sociale Italiana, verrà internato nel Lager nazista di Wartenberg, presso Berlino. In particolare in questa parte del libro colpisce la drammaticità degli eventi; emerge però sempre la straordinaria personalità di Natale, che si dimostra in ogni occasione incapace di odiare ed ostinato nel cercare di vedere il lato positivo delle cose.

Concluso il Secondo Conflitto Mondiale, con la resa incondizionata del Terzo Reich, Natale sarà preso in consegna dalle truppe sovietiche, che lo tratterranno per quattro mesi in una località tedesca prossima al nuovo confine polacco.

Sventato il pericolo della deportazione in Siberia, verrà finalmente rimpatriato nel settembre del 1945.

Il tutto si conclude con il ritorno del protagonista al suo paese natio, più precisamente con il suo matrimonio e con il suo conseguente passaggio a nuova vita.


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