Verso una grafia unica per il Veneto

Nomi tradotti in dialetto per i 581 Comuni E nascerà un dizionario
Grafia unica sui cartelli. Sei studiosi sono già al lavoro

VENEZIA — «Benvenuti a Chioggia-Ciosa». Potrebbe essere un cartello di questo tipo ad accogliere i visitatori nelle città lagunare ed altri, sul genere, potrebbero puntellare presto gli altri Comuni del Veneto. L’idea nasce dalla giunta regionale, che ha istituito nei primi mesi del 2010 la Commissione della grafia veneta, un gruppo di sei studiosi che nei prossimi due anni si dedicherà allo studio dei dialetti regionali, con lo scopo di trovare una grafia standard. «Vorremmo tradurre i nomi di tutti i 581 Comuni della regione – spiega Daniele Stival, assessore regionale all’identità veneta – così chi lo vorrà potrà inserire il nome veneto sotto quello in italiano nei cartelli stradali, in quelli delle piazze e degli spazi cittadini». Ma, ben lungi da pericolose iniziative «fai da te», il procedimento per il doppio segnale dovrà essere unico: «Basterà fare richiesta alla Regione o alla commissione – continua Stival – i Comuni interessati riceveranno così un’indicazione precisa».

Cartelli bilingue, dunque ma anche una precisa ricerca culturale e identitaria portata avanti dalla neo-nominata commissione che avrà anche il compito nei prossimi due anni di dare alla luce il dizionario ufficiale della grafia veneta. «Il dizionario non presenterà il dialetto regionale come un’unica lingua, sarebbe sbagliato oltre che praticamente impossibile – spiega Stival – nelle pagine si troverà piuttosto una sintesi del parlato veneto più diffuso che proporrà, per ogni singola parola, la forma dialettale più usata a livello regionale ma riporterà di seguito anche le diverse cadenze locali ». L’obiettivo, insomma, è quello di definire una lingua scritta comune per tutta la Regione, dando conto però anche delle variazioni linguistiche locali. La commissione che lavorerà al progetto e che deve i suoi natali alla legge 8 del 2007 sull’identità veneta, è stata nominata dalla giunta regionale nei primi mesi del 2010 ma il via ufficiale ai lavori è arrivato solo ilmese scorso.

«I sei studiosi che fanno parte della commissione provengono da mondi diversi tra loro – spiega Stival – alcuni sono docenti universitari di Ca’ Foscari come Rodolfo Delmonte, Lodovico Pizzati e Michele Brunelli, poi ci sono il sociologo Sabino Acquaviva, lo scrittore Gianfranco Cavalin e Davide Guiotto, membro dell’associazione Raixe venete, in rappresentanza delle associazioni venetiste. Lavoreranno insieme per due anni e avranno un grande compito, quello di dare vita ad un codice per mettere per iscritto il vero dialetto veneto». Per iscritto si, ma non soltanto tra le pagine del dizionario. Nei due anni di lavoro che aspettano la commissione, infatti, i sei esperti daranno vita anche ad un dizionario on line inglese-veneto, che non verrà stampato ma sarà disponibile sul web e consultabile quindi da tutti gli interessati. I finanziamenti? Presto per fare i conti: «Si sa che questo tipo di studi sono molto lunghi e complicati – spiega Stival, – inserire a bilancio già quest’anno le stampe del dizionario sarebbe stata una sciocchezza».

Alice D’Este


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