Perché difendere la Lingua Veneta

Non ci sono solo le guerre in quanto tali, le guerre di religione o quelle economiche ma, anche, QUELLE LINGUISTICHE, messe in atto da alcuni popoli o da alcuni gruppi di potere che, DALL’AFFERMAZIONE DELLA PROPRIA LINGUA, traggono energie e potere per dominare sugli altri.
Il New York Times ha pubblicato un lungo articolo sulla drammatica situazione della lingua indonesiana a causa della scelta della classe dirigente indonesiana di usare l’inglese a livello d’una seconda lingua madre. La “question” è come si faccia ad avere due madri, infatti la prima, l’indonesiano, “As English Spreads, Indonesians Fear for Their Language”, sta morendo. In Italia c’è chi si preoccupa della politica d’insegnamento dell’inglese come prima ed unica lingua straniera, in competizione diretta con l’italiano, al punto da insegnare materie curricolari e attivare interi corsi di laurea in lingua inglese. Questa politica è considerata demenziale e autolesionista per l’Italia e la sua identità perché, come si evince dall’articolo, l’italiano non è meno a rischio dell’indonesiano. Di fronte a questi effetti dirompenti e distruttivi si grida contro queste leggi RITENUTE DI TIPO QUASI RAZZIALE PERCHÉ ISPIRATE AD UNA SORTA DI “MANIFESTO SULLA SUPERIORITÀ DELLA RAZZA ANGLOFONA”.

Secondo me anche questo allarme per la possibile scomparsa dell’italiano è di tipo quasi razziale nonché monco: parla solo dell’Italiano come se esistesse solo l’Italiano e non le varie Lingue madri d’Italia: se il principio universale deve essere la salvaguaria della Lingua madre, allora prima di preoccuparci dell’italiano dobbiamo preoccuparci di salvare la Lingua veneta (e le altre Lingue madri degli altri italiani). Forse che l’italiano è una lingua madre?


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